BULLISMO E DANNI PSICHICI
Con il termine bullismo si intende un comportamento lesivo sul piano fisico, psichico e socio-relazionale che viene messo in atto ripetutamente nel corso del tempo e in maniera intenzionale da parte di uno o più bulli nei confronti di una vittima.
La relazione tra il bullo e la vittima è una relazione caratterizzata da uno squilibrio di potere tra le parti coinvolte; tale relazione è spesso finalizzata al soddisfacimento e all’affermazione della supremazia del bullo nei confronti della vittima.
Il bullismo può vedere coinvolti diversi tipi di comportamenti: dalle aggressioni verbali alle vere e proprie aggressioni fisiche, fino ad arrivare agli attacchi indiretti che comprendono la manipolazione sociale, per esempio tramite l’uso di pettegolezzi diffamatori e offensivi, o l’esclusione sistematica di una persona dalla vita di un gruppo per lui significativo.Generalmente con il termine bullismo ci si riferisce a un fenomeno che avviene nel contesto scolastico o comunque ad un contesto sociale dove gli attori sono i giovani.
Legato al fenomeno del bullismo è quello del cyberbullismo, ovvero l’uso improprio delle tecnologie e dei social per colpire le vittime, per esempio divulgando materiale in rete e diffondendolo su larga scala.
Se generalmente una delle caratteristiche principali del bullo è la mancanza di empatia, nel caso del cyberbullismo questa caratteristica è ancora più accentuata in quanto viene a mancare la relazione diretta tra l’aggressore e la sua vittima. Protetto dall’anonimato il cyberbullo può agire in maniera ancora più incisiva sulla sua vittima, che nella maggior parte dei casi è una persona fragile, con scarse capacità di problem solving, che non riesce a trovare soluzioni per uscire dalla sua condizione di sofferenza.
Spesso la vittima prova vergogna, si colpevolizza per la situazione in cui si trova, si sente sola nell’affrontare il disagio e frequentemente non denuncia il suo aggressore. A lungo termine si possono innescare veri e propri quadri psicopatologici soprattutto di stampo post traumatico, ansioso e depressivo che possono danneggiare stabilmente la salute mentale della vittima, facendola entrare in un pericoloso circolo che può portarla ad azioni sconsiderate.
Bisogna essere coscienti che contrastare il fenomeno del bullismo è possibile e doveroso. lo si può fare sia tramite un’azione preventiva sia tramite un’azione punitiva.
In merito alla prevenzione è necessaria la collaborazione tra i docenti, i genitori e il personale specializzato, in modo da portare avanti un programma educativo condiviso, che non sia terreno fertile per l’instaurarsi di comportamenti aggressivi.
A questo proposito va sottolineata l’importanza dell’introduzione della figura dello psicologo nelle scuole quale professionista non banalmente deputato alla diagnosi e alla cura di soggetti ”malati”, ma quale esperto attento alla promozione del benessere psicologico, relazionale e comportamentale di realtà giovanili delicate e complesse e alla prevenzione di più gravi disagi.
Oltre alla prevenzione bisogna anche saper riconoscere quando un bambino è vittima di bullismo o di cyberbullismo. Il riconoscimento di una situazione di disagio tuttavia non è sempre facile, poiché ci vogliono capacità di ascolto e osservazione. I campanelli d’allarme a cui prestare attenzione sono molteplici e qualora ci si accorgesse di una situazione problematica non deve mancare il coraggio di intervenire.
Il consiglio in questo caso, rivolto alle vittime e ai famigliari, è quello di denunciare sempre quando si è di fronte a casi di comportamenti aventi rilevanza penale. Chi compie atti di bullismo compie un illecito a livello penale e civile: la vittima subisce un danno ingiusto alla propria persona e/o alle proprie cose e pertanto può chiedere il risarcimento del danno subito.
Appositi specialisti possono valutare i danni a livello fisico e psicologico che i comportamenti dei bulli hanno causato.
L’azione punitiva serve a reprimere le azioni di bullismo in maniera realistica ed efficace e svolge un importante effetto terapeutico nel percorso di recupero della vittima, permettendole di investire nel recupero della propria salute e nella rivalutazione delle proprie prospettive di vita e di realizzazione.
Lo psicologo può aiutare gli adulti coinvolti e il minore a descrivere in maniera chiara ed inequivocabile le conseguenze derivate dall’atto di bullismo. Può inoltre essere un punto di orientamento nel percorso per il risarcimento del danno e una figura di riferimento per la stesura di un piano di intervento che sia continuativo e che dia sostegno alla vittima.