Interventi di potenziamento cognitivo
Per potenziamento cognitivo si intendono genericamente quelle metodologie atte alla modificazione, al recupero o al miglioramento di connessioni, funzionalità e prestazioni neurali in soggetti normodotati o compromessi. Le abilità cognitive coinvolte nei processo di potenziamento cognitivo possono essere tra le più varie, spaziando dal linguaggio alle funzioni esecutive, senza escludere memoria, attenzione e apprendimento.
Gli ambiti di applicazione e di intervento per gli interventi di potenziamento cognitivo sono tra i più vari e coinvolgono tutte le fasce di età. Si trattano principalmente pazienti con trauma cranico o lesioni cerebrali, ma si prendono in carico anche bambini con diagnosi di disturbi del comportamento, disturbi specifici di apprendimento o disturbi dell’attenzione. Nei soggetti anziani il potenziamento cognitivo può essere utile per prevenire o contenere processi di decadimento dementigeno, mentre in atleti o top manager si possono implementare programmi in grado di migliorare le performance sportive o lavorative.
In ogni caso un’intervento di potenziamento cognitivo non può prescindere da una approfondita valutazione neuropsicologica a monte. Tale valutazione è necessaria alla comprensione del profilo cognitivo del soggetto e permette di identificare quali siano le disfunzioni cognitive da recuperare o gli ambiti da potenziare. A tal fine lo psicologo esperto in neuropsicologia, tramite la somministrazione di testistica standardizzata e interviste cliniche approfondite, è in grado di evidenziare con precisione il profilo delle diverse funzioni cerebrali e il loro grado di funzionamento predisponendo cosi le informazioni necessarie agli interventi.
Una volta identificate le aree che possono necessitare un intervento si procede con l’individuazione del tipo di potenziamento cognitivo più adatto al caso in esame. Spesso si preferisce un intervento localizzato e non invasivo che può essere svolto tramite diverse tecniche innovative di neuromodulazione.
Le principali tecniche usate in questo campo, nonché le più studiate ed impiegate, sono la TMS e la tDCS. Nel primo caso si tratta della Stimolazione Magnetica Transcranica che agisce modificando l’efficacia delle sinapsi somministrando sullo scalpo un impulso magnetico, mentre nel secondo si sta parlando di Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta che, tramite l’applicazione di elettrodi, prevede la generazione di un campo elettrico in grado di modulare e stimolare l’attività neurale.
Lo scopo comune di entrambe le tecniche è quello di modificare, riattivare o potenziare complessi pattern neuronali che sono risultati disfunzionali. Grazie a diversi promettenti risultati di queste tecniche, si sta iniziando ad associare ad esse altri tipi di intervento, in particolare percorsi di psicoterapia, esercizi di brain training e sedute di riabilitazione cognitiva, in modo che l’integrazione di terapie differenti aiuti a consolidare gli effetti indotti dalle tecniche di neuromodulazione.